L’ambasciatore brasiliano Helio Ramos: “Accordo Mercosur-Ue rispetta l’Amazzonia”

Dall’export di carni al disboscamento, l’intervista a Helio Vitor Ramos Filho

 

ROMA – “Il Brasile e il suo settore privato investono molto nello sviluppo sostenibile e nella qualità del prodotto; questo ha consentito al Paese di accedere ai mercati più esigenti, senza l’ausilio di grandi sovvenzioni, come accade invece in Europa”: così, in un’intervista con l’agenzia Dire, l’ambasciatore Helio Vitor Ramos Filho. Di agroindustria, ambiente ed esportazioni si è parlato ieri sera, nel corso di una puntata di Presa Diretta, programma di Rai 3, anche con un reportage dal titolo ‘Guerra all’Amazzonia‘.

Centrale la tesi secondo la quale parte dell’export di carni dal Brasile potrebbe provenire anche da pascoli in aree disboscate in modo illegale. “Non è vero” risponde l’ambasciatore: “Gli esportatori brasiliani sono scrupolosamente controllati e il loro operato viene costantemente monitorato dagli stessi importatori, motivo per cui non è corretto associarli, sulla base di illazioni, giocoleria interpretativa, dati non comprovabili e ideologie, alla deforestazione”.
Secondo Helio Ramos, che invita i giornalisti a “venire in ambasciata per avere informazioni più precise”, la trasmissione è stata “uno dei più tristi episodi di sovranismo alimentare di cui mai prima d’ora si è venuti a conoscenza”.

Rispetto ai temi del disboscamento, il diplomatico dice che l’aumento della produttività agricola va di pari passo con la difesa dell’Amazzonia. “I dati parlano da sé” la premessa. “La produttività per ettaro/anno della produzione brasiliana di carne è passata dall’1,6% nel 1990 al 4,3% nel 2019, grazie a un investimento in tecnologia e ricerca all’avanguardia che ha reso l’agricoltura in Brasile una delle più innovative al mondo, conciliando conservazione ambientale e competitività”. Secondo Helio Ramos, “con questo aumento di produttività, che ha dato luogo a un effetto ‘risparmia-terra’, i produttori brasiliani di carne hanno evitato che circa 270 milioni di ettari di terra fossero deforestati”.

In primo piano anche le critiche all’Accordo Ue-Mercosur, citato su Rai 3 per i rischi che configurerebbe per i produttori italiani. Secondo Helio Ramos, l’intesa presentata per la prima volta al G20 di Osaka nel 2019 è “stando alle dichiarazioni di alcuni membri delle stesse istituzioni comunitarie, il trattato di libero scambio europeo con il capitolo di sviluppo sostenibile più consistente mai negoziato dall’Ue”. In particolare sarebbero rispettate le “misure di protezione sanitaria, fitosanitaria e di sicurezza alimentare” stabilite dalle parti. L’ambasciatore denuncia tentativi di “demonizzazione” dell’Accordo, da parte di “lobbies protezionisitiche europee”, sulla falsariga di quanto sarebbe già accaduto con il Ceta negoziato con il Canada o “qualsiasi altro prodotto straniero minimamente competitivo”. Secondo Helio Ramos, “questo protezionismo, questa selettività degli argomenti e l’insistenza sulle campagne diffamatorie come strategia di competitività non favoriscono il consumatore europeo, che si vede ostaggio di disinformazione, a scapito della qualità dei prodotti, della diversità dell’offerta, della sostenibilità globale, del libero scambio e dei benefici della globalizzazione”.

La tesi è che le critiche all’Accordo Ue-Mercosur siano sprovviste di fondamento anche in termini quantitativi. “La quota concessa dalla Ue al Mercosur per la carne bovina (99 mila tonnellate) e di pollame (180 mila tonnellate) rappresenta l’1,2% del consumo comunitario annuale” calcola l’ambasciatore. “La quota di carne bovina aperta ai quattro Paesi del Mercosur (99 mila tonnellate) equivale a meno dell’1% di quello che il Brasile produce annualmente (11 milioni di tonnellate)”.

Una battuta poi sul caso della bresaola, menzionato ieri sera rispetto ad alcune aziende del Nord Italia, in particolare nel Comune di Livigno. “Mi auguro che anche in questo caso l’integrazione produttiva tra il Brasile e l’Italia possa crescere sempre di più con la sostenibilità dei prodotti di entrambe le parti e che i consumatori italiani abbiano sempre di più accesso alle innumerevoli altre eccellenze agroalimentari del Brasile” dice l’ambasciatore. “Spero anche che l’adozione di campagne diffamatorie per alcune ‘lobby’ europee abbiano presto fine nel vecchio continente; la narrativa di ‘pensare globalmente’ acquistando localmente appare, quantomeno, conflittuale”. Infine, sulle regole non scritte di commercio e mondializzazione. Secondo Helio Ramos, “un potenziale tentativo di separare il mercato europeo dalla catena di approvvigionamento alimentare internazionale potrebbe andare incontro a una forte risposta di ritorsione da parte dei partner globali”.

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