AGRICOLTURA ED ECOSOSTENIBILITÀ

AGRIBUSINESS BRASILIANO E SOSTENIBILITÀ

L’insistenza nello stabilire rapporti generalizzati tra l’agricoltura brasiliana e la deforestazione deriva spesso dalla pratica già assai conosciuta delle ‘lobby’ protezionistiche europee di provare di essere competitive tramite campagne di diffamazione nei confronti dei prodotti stranieri.

A volte, l’insistenza nello stabilire dei nessi tra agricoltura e deforestazione illegale non deriva che da considerazioni ideologiche, lontane della realtà dei fatti. Il Brasile non ha bisogno di puntare su tali pratiche di diffamazione per essere competitivo.

l’Ente Brasiliano di Ricerca Agro-zootecnica ha divulgato uno studio che evidenzia come l’agroalimentare brasiliano sia responsabile del rifornimento di cibo a 800 milioni di persone, cioè, all’incirca il 10% della popolazione globale.

Il Brasile è notoriamente l’unico paese che detiene il dominio tecnologico per raddoppiare la produzione attuale di proteina animale e di soia, in aree già utilizzate o con il recupero di pascoli degradati, senza il bisogno di nuove terre, contribuendo alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare del pianeta, come peraltro già accade.

Il Brasile è anche l’unico paese tra i maggiori produttori agricoli nel mondo che conserva ancora più del 65% del territorio, coperto da vegetazione autoctona, con attività agro-zootecniche limitate a circa il 30% del territorio, di cui l’8% per tutta l’attività agricola del paese e circa il 22% per l’allevamento. I dati brasiliani sono, a proposito, molto migliori di quelli europei. 

Se solo si sovrapponessero le terre indigene e le unità di conservazione brasiliane all’Europa, coprirebbero pienamente i territori di Germania, Belgio, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito.

La legislazione brasiliana impone a tutte le proprietà rurali situate nella regione del Bioma Amazzonico di preservare la vegetazione nativa all’80% della loro superficie. Il Brasile è l’unico paese al mondo con esigenze secondo le quali il produttore rurale è responsabile di gran parte della preservazione, senza, per questo, ricevere alcun tipo di compenso.

CARNE

La carne brasiliana è sostenibile perché è la più produttiva del pianeta. In un periodo di 29 anni, dal 1990 al 2019, il Brasile ha ridotto l’area dei pascoli dedicata all’allevamento di bestiame del 15,5% mentre la produttività è cresciuta del 169%.

SOIA

Tutta la produzione brasiliana di soia è tracciabile. La soia brasiliana occupa circa l’1% del bioma Amazzonia. La soia brasiliana cattura carbonio, è fonte di energia sostenibile, che peraltro manca all’Europa, e fonte di reddito e lavoro, favorendo la sostenibilità nei suoi altrettanto importanti pilastri economici e sociali.

Il Brasile riconosce che ci sono sfide nel suo territorio, così come ce ne sono ovunque nel mondo, ed è impegnato nell’affrontarle. Il Brasile è sempre aperto a un dialogo costruttivo, democratico e inclusivo sulla sostenibilità, ma non accetterà pretese “lezioni” arroganti e purtroppo spesso strumentalizzate da paesi che non hanno saputo e non sanno ancora curare le proprie aree verdi.  Se più del 66% del territorio brasiliano è ancora conservato, questo è una conquista dei Brasiliani e solo dei Brasiliani. Non possiamo ignorare, nel dibattito sui cambiamenti climatici, gli oltre 200 anni di inquinamento fatto dai paesi sviluppati. Il Brasile è anche molto preoccupato per le conseguenze dell’inquinamento storico e attuale causato dai paesi sviluppati, e crede che passi concreti e costruttivi da parte di questi attori, al di là della semplice retorica, contribuirebbero a rafforzare la loro credibilità. 

Il Brasile, come potenza agroambientale, è consapevole delle proprie responsabilità e proseguirà con il suo impegno per una agricoltura tropicale sempre più sostenibile ed innovativa.