Gas naturale: il Brasile ha bisogno di ampliare le infrastrutture

Il peggioramento dello scenario internazionale rafforza l’urgenza per il Brasile di promuovere investimenti in infrastrutture essenziali del gas naturale



La notizia non lascia dubbi: il gas naturale è diventato un tema centrale nella partita a scacchi internazionale geopolitica. La questione potrebbe peggiorare con sanzioni economiche alla Russia, uno dei maggiori produttori mondiali di gas.

La possibile interruzione della fornitura è stata esaminata da tutti gli analisti: dopotutto, la Germania e l’Europa dipendono in gran parte dalle importazioni di energia russe, in particolare dal gas. È ancora troppo presto per una prognosi precisa, ma il conflitto nell’Europa dell’Est ha il potenziale per aumentare il prezzo del gas naturale sul mercato internazionale, che potrebbe avere un impatto anche sul mercato brasiliano.

Tali effetti economici danno luogo a possibili misure di emergenza e strutturali.

I primi sono ancora difficili da scalare, poiché dipendono dagli sviluppi globali. Altrettanto importanti, se non di più, quelle strutturali, in quanto riguardano la capacità di progettare un percorso che renda il mercato brasiliano del gas meno suscettibile alla volatilità dello scenario internazionale. E questo è nelle mani del Brasile.

Non è una novità che Abegás affermi quanto sia vitale per il Paese adottare una serie di politiche pubbliche per accelerare il pieno utilizzo delle immense riserve di gas naturale disponibili nello strato di pre-sale.

Nel 2021, il Brasile ha prodotto 133,7 milioni di m³ al giorno nella media dei 12 mesi, secondo i dati ufficiali, ma solo 55,8 milioni di m³ al giorno (41,8%) hanno effettivamente raggiunto il mercato consumer, mentre il 45,5% è stato reiniettato. La quantità di gas restituita ai campi di produzione, quindi, è stata in media di 60,8 milioni di m³/giorno, il doppio del consumo industriale.

Oggi, il Brasile reimmette molto più gas rispetto ad altri paesi che producono gas associato al petrolio in giacimenti offshore come Norvegia e Nigeria, che variano rispettivamente tra il 21% e il 27%, secondo un recente studio del Centro brasiliano per le infrastrutture (CBIE). In altre parole: anche ipotizzando che parte della reiniezione avvenga per ragioni tecniche, sarebbe comunque possibile sfruttare immediatamente i 60 milioni di m³ al giorno, un volume stimato tra i 12 ei 15 milioni di m³ al giorno.È molto gas, energia che potrebbe generare posti di lavoro, sviluppo e riscossione delle tasse per stati e comuni.

Si stima che il Brasile abbia una perdita di 8 miliardi di R$ all’anno a causa della reiniezione. Se aggiungiamo le perdite con le importazioni di GNL a prezzi JKM, questa cifra si fermerà da R$ 12 a R$ 15 miliardi/anno. Se negli ultimi 10 anni il Paese avesse sfruttato queste risorse, tutte le infrastrutture necessarie per portare il gas naturale al consumatore sarebbero state già pagate con la produzione di pre-sale.

Oggi il Brasile ha 4 milioni di punti di consumo di gas naturale, un numero molto basso rispetto al numero di paesi vicini come la Colombia, che, anche con una popolazione quattro volte più piccola, ha già allacciamenti al gas per oltre 10 milioni di persone. . Abbiamo il potenziale per raggiungere quei numeri. Per questo, però, è necessario che il Paese promuova un’agenda volta a stimolare gli investimenti in infrastrutture: rotte di flusso, unità di trattamento del gas, condotte di trasporto.

Da un punto di vista economico, è fondamentale sbloccare questa agenda per permettere al Brasile di avere, di fatto, un mercato del gas libero, con un’efficace diversificazione dei produttori e una maggiore concorrenza nell’approvvigionamento della molecola.

Dal punto di vista ambientale, questa agenda è estremamente importante, soprattutto in un’economia globale guidata da mercati dei capitali sempre più attenti a questo tema.

Vale la pena ricordare che la stessa Unione Europea ha classificato il gas naturale come “fonte verde” nel processo di transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Il gas naturale può aiutare a preservare il volume dell’acqua nei bacini idroelettrici, evitando l’utilizzo di centrali termiche alimentate da fonti altamente inquinanti, oltre a contribuire come sostituto del gasolio.

Da un punto di vista sociale, come gli Stati Uniti, diversi paesi europei e vicini sudamericani, il Brasile è pienamente in grado di incoraggiare l’uso del gas naturale come combustibile per i mezzi di trasporto merci e passeggeri, riducendo le emissioni non solo di gas serra (GHG ), ma anche del particolato derivante dalla combustione dei veicoli diesel, estremamente dannoso per la salute della popolazione.

Dal punto di vista dell’autonomia energetica, invece di continuare indefinitamente ad importare quantità crescenti di GNL in mercati a prezzi non competitivi, la misura migliore ora è inserire il gas naturale nella pianificazione energetica nazionale, in modo più assertivo, a partire dal premessa che si tratta di un’energia solida, resiliente, in grado di supportare la transizione verso un’economia dominata dalle nuove fonti rinnovabili (ma con un alto grado di intermittenza).

Il gas naturale, ricchezza disponibile sul territorio nazionale, può dare un grande contributo a questa agenda, aumentando la sicurezza energetica del Paese. Non si puoi più ignorare questa finestra di opportunità.

 

 

Articolo di Marcelo Mendonça è Direttore Strategia e Mercato di Abegás (Associazione brasiliana dei distributori di gasdotti)

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