VISITARE BRASILIA, CITTÀ DEI GRANDI MAESTRI PORTOGHESI CON UN CAPOLAVORO ITALIANISSIMO

Nata da un sogno che sembrava utopia, la capitale del Brasile è un paradiso di architettura

Brasilia

È ai sogni e all’immagine di un futuro di progresso e benessere che la città di Brasilia, capitale del Brasile dal 1960, deve il suo aspetto attuale.

Al sogno che Don Bosco fece nel 1883, che gli indicava una città guidata dalla giustizia, che sarebbe stata costruita in Sud America tra il 15° e il 16° parallelo. Ma, soprattutto, all’utopia di Juscelino Kubitschek de Oliveira, presidente del Brasile, che nel 1956 con il motto “ordine e progresso” segnava la via per un Paese da poco uscito dalla dittatura, che egli voleva votato a un rapido sviluppo.

E veloce, anzi velocissima fu la concretizzazione di quella visione, tanto che in meno di quattro anni Brasilia vide la sua pianificazione realizzata su tutte le scale, dall’urbanistica, affidata a Lucio Costa, al paesaggio, cui era deputato Roberto Burle Marx, all’architettura di cui era incaricato Oscar Niemeyer.

Dai palazzi istituzionali agli edifici residenziali e commerciali a Brasilia c’è moltissimo da vedere per chi ama l’architettura e il design e vuole seguire l’opera di Niemeyer. Proprio per questo motivo vogliamo indicare qui alcuni luoghi che si allontanano dai soliti percorsi di visita, segnalando tre tappe che coinvolgono altri autori e che danno di Brasilia una visione fuori dal comune.

BRASILIA, COSA VEDERE: SANTUARIO DI DON BOSCO

SEPS Quadra 702 – Asa Sul, Brasilia – Federal District, 70330-710

Don Bosco Sanctuary (Santuario Dom Bosco)
Markus DanielGetty Images

L’aspetto austero dell’imponente esterno in cemento, quasi una cattedrale gotica dei nostri tempi, nulla lascia presagire del trionfo di colore dell’interno di questa chiesa, completata nel 1963 su progetto di Carlos Alberto Naves, architetto brasiliano allievo di Niemeyer e dedicata al santo patrono della città, Don Giovanni Bosco.

L’interno di 2200 metri quadri è dominato da grandi vetrate, attraverso le quali filtra senza interruzione visiva un’intensa luce blu. I vetri, infatti, sono colorati in 12 differenti sfumature di blu con punti bianchi e realizzati, su disegno dell’architetto, dall’artista belga Hubert Van Doorne.

Di notte, poi, la chiesa offre un altro spettacolo, quando il grande candeliere centrale viene acceso, inondando le navate di cromie dorate, grazie ai suoi 7400 elementi in vetro di Murano, disegnati da Alvimar Moreira.

Un viaggio, in diversi momenti del giorno, all’interno di quella visione notturna che il santo ebbe di Brasilia.

BRASILIA, COSA VEDERE: PONTE JUSCELINO KUBITSCHEK

Federal District, 70297-400

Brazil - Juscelino Kubitschek Bridge
Paulo FridmanGetty Images

Un’opera che è un omaggio recente agli anni in cui sorgeva la capitale e al suo artefice. Il ponte prende, infatti, nome dal Presidente del Brasile, l’uomo che promosse la nascita di Brasilia negli anni ’50, e ben rappresenta quello slancio verso un futuro migliore, che animava i progettisti delle origini.

Ispirato dall’immagine dei balzi di un sasso sulla superficie dell’acqua, il ponte venne ultimato nel 2002 per opera dell’architetto brasiliano Alexandre Chan e dell’ingegnere strutturista Mário Vila Verde. È costituito da tre archi in cemento di 60 metri di altezza e di 240 metri di lunghezza, che disegnano un percorso visivo a zig-zag mentre cavi d’acciaio si allungano in due direzioni a partire dagli archi, per sostenere il ponte e le sue sei corsie per il traffico veicolare e pedonale. Il ponte attraversa il lago Paranoá, unendo il Plano Piloto, nell’area centrale di Brasilia con la zona residenziale lago Sul.

BRASILIA, COSA VEDERE: L’AMBASCIATA ITALIANA

SES – Quadra 807 – Lote 30, St. de Embaixadas Sul SES 807 – Asa Sul

Detail of the Italian Embassy in Brasilia
Mondadori PortfolioGetty Images

Bisogna attraversare l’Atlantico per ammirare uno dei capolavori di quello che fu un maestro italiano dell’architettura, celebrato in tutto il mondo. Stiamo parlando di Pier Luigi Nervi, instancabile sperimentatore dell’uso del cemento armato, innovatore delle possibilità espressive di questo materiale a partire da una ricerca approfondita delle sue caratteristiche statiche.

L’ambasciata italiana in Brasile viene completata nel 1977, quando Nervi aveva già portato a termine numerosi edifici di rilievo, fra cui la Sala Vaticana e il Palazzo dello Sport a Roma, il Palazzo dell’Unesco a Parigi.

L’edificio presenta una complessa sequenza di pilastri, che si diramano in quattro bracci nella parte superiore e sostengono un quadrato regolare, base di una struttura dagli spigoli inclinati. Il portico, quasi totalmente libero, diventa uno spazio ombreggiato, dal quale si può godere la vista del lago e del giardino, curato dall’architetto paesaggista Ney Dutra Ururahy, uno dei più belli della città.

Inoltre di grande interesse è l’intervento dei fratelli Fernando e Humberto Campana, designer di stanza a San Paolo ma attivi a livello internazionale e molto apprezzati in Italia, nelle stanze dell’edificio.

Il progetto di interior ha investito principalmente gli arredi: una combinazione di mobili d’epoca e di elementi di design contemporaneo, di arazzi e di oggetti tipici dell’artigianato italiano, che mette in evidenza le scelte raffinate di texture, cromie e materiali operate dai due designer. Un altro motivo che fa di questo posto un must per chi visita Brasilia.

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