
Intervista a Helio Vitor Ramos Filho, Ambasciatore del Brasile in Italia
L’emergenza sanitaria, che ha colto tutti di sorpresa, ha impedito che gran parte del programma culturale dell’Ambasciata a Roma si svolgesse nel 2020, anno che segna il 75mo anniversario della partecipazione del Brasile alla Seconda Guerra Mondiale.
La mostra “Liberatori: Il Brasile nella Campagna d’Italia”, inizialmente prevista per il mese di novembre di quest’anno, sarà inaugurata in presenza quando le condizioni igienico-sanitarie lo consentiranno”. L’esposizione racconta la partecipazione di 25mila giovani brasiliani alla “Campagna d’Italia” attraverso fotografie, documenti e oggetti. Nel campo della letteratura, proprio questo mese (dicembre) lanceremo iniziative, soprattutto digitali, per celebrare il centenario della nascita della grande scrittrice brasiliana Clarice Lispector.
Nel 2021, ci auguriamo di riprendere la nostra programmazione musicale, cinematografica e di mostre in presenza così da arricchire la conoscenza degli italiani sulla cultura brasiliana”.
Ambasciatore Ramos, in questo momento internazionale molto difficile, quali sono le misure economiche adottate dal Paese per salvaguardare aziende, lavoro, famiglie e Pil?
Il Governo brasiliano sta implementando diverse misure nell’intento di ridurre gli impatti della pandemia sull’economia. Alcuni esempi sono il Sussidio di Emergenza, che tende a garantire un reddito minimo ai brasiliani in situazione più vulnerabile, e il Programma di Emergenza di Mantenimento dell’Occupazione, che rende possibile la sospensione del contratto di lavoro e la riduzione della giornata lavorativa con pagamento di una integrazione da parte del governo. Tali misure sono state molto importanti per ridurre l’impatto economico della pandemia. Nel corso degli ultimi mesi, 9,8 milioni di lavoratori hanno usufruito della giornata lavorativa ridotta o della sospensione del contratto di lavoro. Senza il Programma di Emergenza di Mantenimento dell’Occupazione, quindi, la disoccupazione sarebbe potuta arrivare a livelli più elevati e maggiori sarebbero state le difficoltà per la ripresa dell’attività delle aziende. Secondo dati del Ministero dell’Economia, il Brasile ha generato circa 131mila posti di lavoro a luglio, 249mila ad agosto, 313mila a settembre e 394 mila a ottobre, il che indica un’accelerazione della ripresa economica. Nei dati accumulati da gennaio a ottobre, a causa del forte calo dell’occupazione tra marzo e maggio, il saldo è ancora negativo: meno 171mila posti di lavoro. Il Ministero dell’Economia stima, tuttavia, che tale saldo potrà essere azzerato nei prossimi mesi, nella scia della ripresa della crescita economica.
Accordo Mercosul-Unione Europea: quali sono i vantaggi per commercio ed investimenti soprattutto per Italia e Brasile?
La conclusione dell’accordo di associazione tra Mercosur e Unione Europea è tra le più rilevanti conquiste diplomatiche degli ultimi anni, segnalando l’impegno delle regioni per il libero scambio, in un contesto di recrudescenza del protezionismo economico. Il rapporto economico-commerciale tra Brasile e Italia, e nel contesto più ampio di entrambe le regioni, dovrebbe acquisire nuovo slancio a partire dalla firma e ratifica dell’accordo Mercosur-UE. L’accordo di associazione consentirà un salto di qualità nell’integrazione delle filiere produttive tra Mercosur e Unione Europea, aumenterà l’attrattività reciproca degli investimenti e migliorerà l’inserimento competitivo di entrambe le regioni nell’economia globale. Settori chiave dell’industria europea trarranno beneficio dallo sgravio tariffario, come quelli automobilistico, chimico, meccanico e farmaceutico. Vale la pena ricordare che, in questi settori, l’Italia è ben rappresentata – il 40% delle esportazioni italiane verso il Mercosur è costituito da macchinari e prodotti elettrici. L’accordo beneficerà anche il settore agricolo, con l’eliminazione delle tariffe sulle esportazioni europee di latticini, cioccolata, vini e altre bevande alcoliche, oltre alla definizione di chiari standard di sicurezza alimentare e al riconoscimento di indicazioni geografiche di diversi prodotti tipici (357 in totale, di cui 57 italiani), come “Prosecco”, “Parmiggiano Reggiano” e “Prosciutto di Parma”. L’Italia dovrebbe essere uno dei principali beneficiari di tale strumento, tenendo conto della prossimità culturale con i paesi della regione, la storia di investimenti italiani nelle economie del Mercosur, la tradizione esportatrice della sua industria e la grande quantità di indicazioni geografiche riconosciute per i suoi prodotti agroalimentari. Il Mercosur rappresenta, attualmente, il settimo mercato per le esportazioni italiane extra-Ue (2,95% del totale), posizione che dovrebbe crescere con l’entrata in vigore dell’accordo. L’Italia esporta 7,7 miliardi di euro verso i paesi del blocco, mentre importa 6 miliardi – un saldo commerciale di 1,7 miliardi. Più di 13 mila aziende italiane esportano verso il Mercosur e circa 98 mila posti di lavoro nel paese dipendono da questa catena di commercio.
A proposito di relazioni bilaterali economiche tra il Brasile e Italia: quali sono le prospettive e come arginare per perdite dovute alla pandemia?
L’obiettivo comune di recupero della crescita in un contesto post-pandemico potrà dare impulso alla ripresa dei meccanismi del partenariato strategico, con particolare attenzione al Consiglio di Cooperazione Economica, Industriale, Finanziaria e per lo Sviluppo e alla Commissione di Scienza e Tecnologia. Sono importanti strumenti con il potenziale per intensificare le relazioni economiche e commerciali, come pure per rafforzare i già intensi contatti imprenditoriali. La grande sfida del momento è trasformare il recupero ciclico dell’economia, basato sul consumo, in una crescita sostenuta, basata su investimenti. E anche in questo aspetto, Italia e Brasile hanno molte convergenze. Gli investimenti diretti italiani in Brasile continuano, effettivamente, a rappresentare un punto Come ricordato, il futuro accordo tra il Mercosur e l’Unione Europea potrà, inoltre, dare un fortissimo impulso ai rapporti economici bilaterali, in un contesto particolarmente sensibile in cui entrambi i paesi convoglieranno gli sforzi per la piena ripresa delle loro attività economiche.
Che cosa sta facendo il Brasile in materia di Ambiente?
Diverse iniziative sono in corso di attuazione da parte del Governo brasiliano a favore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, un concetto la cui ideazione deve molto agli sforzi del Brasile. Contiamo su una delle più rigorose legislazioni ambientali del mondo. Per averne un’idea, il Codice Forestale Brasiliano esige che le proprietà rurali in Amazzonia preservino l’80% della vegetazione nativa. Sottolineo che oltre il 60% del nostro territorio – che ha dimensioni continentali – è ancora coperto da vegetazione nativa, con attività agrozootecniche limitate a circa il 30% della sua superficie di cui l’8% dedicato all’attività agricola e quasi il 22% all’allevamento. I diversi programmi di protezione dell’Amazzonia, per esempio, sono emblematici dell’impegno del Paese in tale tematica. Nel gennaio di quest’anno, è stato creato il Consiglio Nazionale per l’Amazzonia con l’obiettivo di coordinare i progetti, portati avanti in ogni ministero, volti alla protezione e alla difesa della regione. Data la sua importanza, la presidenza del Consiglio è sotto la responsabilità del Vicepresidente della Repubblica. Sia l’anno scorso che quest’anno, il Governo ha realizzato “l’Operazione Verde Brasile”, che comprende azioni preventive e repressive contro i reati ambientali e il contrasto ai focolai di incendio nella regione. In Amazzonia, il Governo Federale attribuisce priorità anche alla gestione forestale sostenibile, un modello che consente lo sfruttamento razionale con tecniche ad impatto ambientale minimo sugli elementi della natura. Circa l’88% dei produttori rurali che vivono in questa regione sono piccoli agricoltori. Attraverso la gestione forestale sostenibile, è possibile, ad esempio, promuovere tra l’altro generazione di reddito locale e opportunità di lavoro per la popolazione tradizionale. È importante sottolineare che la maggior parte della deforestazione verificatasi in Amazzonia proviene da attività illegali, come l’accaparramento di terreni, l’estrazione mineraria e di legname illegali. È opportuno, pertanto, riconoscere le sfide affrontate dal Brasile nel controllo di un territorio di dimensioni continentali. Il Brasile, comunque, non si esimerà mai dal partecipare al dialogo sull’ambiente, purché il dibattito sia condotto nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale.
Intervista pubblicata nell’edizione cartacea di Tribuna Economica del 7 dicembre 2020